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Controllo del dosaggio di acido peracetico (PAA) nella disinfezione
degli impianti di depurazione
Dal dosaggio a tempo (o proporzionale alla portata) al controllo di dosaggio con
l’analizzatore ACP 4001_ 2 PAA
La sempre crescente attenzione per le problematiche ambientali e gli studi sempre
più approfonditi sull’argomento spinge all’emanazione, da parte degli organismi
di controllo, di regole volte alla minimizzazione dell’attività antropica sull’ambiente.
Nel settore della depurazione, la massima attenzione del legislatore è rivolta alla
minimizzazione dell’impatto degli scarichi sulle acque superficiali e in genere sull’ambiente.
Alla disinfezione finale dell’effluente è affidato il compito di abbattere le colonie batteriche.
L’ipoclorito di sodio, da sempre utilizzato con successo in questo settore, ha dimostrato
però di avere delle controindicazioni difficilmente aggirabili (formazione di cloro ammine,
clorati, THM – composti cancerogeni e genotossicivarie interazioni con composti organici).
Per questo motivo alcune regioni hanno già vietato l’utilizzo dell’ipoclorito a vantaggio
di metodi di disinfezione alternativi, chimici o fisici.
L’acido peracetico (CH3COOOH), comunemente abbreviato PAA si pone come una
delle alternative più interessanti , sia per il suo elevato potere disinfettante, sia per
il suo bassissimo impatto ambientale residuo e , non da ultimo, per il ridotto costo
di conversione dal sistema di dosaggio di ipoclorito.
Ottimizzazione del dosaggio :
risparmio di reagenti e carica batterica sotto controllo
Il dosaggio di soluzione disinfettante in base alla portata risulta efficace solo nelle
condizioni in cui si è effettivamente valutato il dosaggio, non tenendoquindi conto
della variazione della carica batterica , della presenza o meno di sostanze ossidabili,
ne di tutte le altre possibili interferenze.
Fino ad oggi le strade erano quindi due, il sovradosaggio costante, o l’accettazione
dei rischi di un dosaggio calibrato.
Con il fotometro ACP 4001_2 PAA si può invece intervenire in modo attivo sul dosaggio,
valutando la capacità ossidante residua del PAA.
In questo modo si può rimanere sicuri di dosare esattamente quanto serve, facendo
il modo che il sistema si adatti automaticamente alle variate condizioni idrauliche
dell’impianto e di qualità dell’effluente.
L’utilizzo di questo strumento consente al gestore di decidere qual è la soglia di
disinfezione che vuole raggiungere, a seconda delle criticità ambientali e
stagionali cui è soggetto, mettendolo al riparo da piuttosto che un dosaggio basato
sulla portata, facendo anche uso uno storico di dati completo ed esteso ,
sia per i parametri chimici che per quelli biologici.
Lo strumento , di ridotte dimensioni , legge la quantità di PAA residuo nella
vasca di contatto.
Tale valore residuo viene correlato con il dato di laboratorio della conta delle
UFC/100ml di E. Coli, di modo da trovare il compromesso, diverso per ogni impianto,
tra dosaggio di PAA e colonie di E. Coli allo scarico.
Quello che si osserva subito è un controllo costante della carica batterica al variare delle
condizioni di carico degli impianti, confortato dalle analisi di laboratorio.
Non si notano più picchi di popolazione batterica, riscontrabili con il precedente sistema
di controllo su base portata, e il valore si attesta rigorosamente sul valore desiderato.
Al termine della prova si verificano anche i consumi di PAA con risultati di assoluto interesse.
Facilità d’uso e di integrazione
Il fotometro ACP 4001_2 PAA può essere installato in campo o in locali chiusi.
I menu' sono facilmente navigabili e i settaggi intuitivi.
La visualizzazione grafica dell’andamento del segnale permette all’utente di analizzare
sul campo l’andamento dei dati , 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
Report
Applicativo
Dosaggio e Controllo
Acido Peracetico
.pdf